Questo è un blog politico, ma non un sito di partito.
E' uno spazio di idee. Il mio.

Un modo per raccontarmi e un modo per ascoltare.
Un laboratorio per nuove sintesi, un'occasione di verifica continua..

14 giugno 2011

Riflessione sulla politica...

Se non esiste un sistema universale di valori, l’uomo brancola nel buio: ogni decisione individuale assume valenza di giustizia e si è pronti anche ad avanzare leggi contro la vita, a tutelare i diritti degli animali e nello stesso tempo a sostenere l’aborto.
Purtroppo la politica con cui abbiamo a che fare è una politica basata più su principi utilitaristici individuali o di gruppo. E la mancanza di principi genera l'impressione quasi collettiva di una civiltà in degrado, di fronte alla quale è forte la tentazione della rinuncia e del distacco.
L'impegno politico deve essere qualificato e vissuto secondo la categoria tipica del servizio, con un'attenzione diligente e intelligente all'uomo, partendo da chi soffre maggiori disagi. Si può dire che compito di ogni impegno politico è quello di concorrere a realizzare una società nella quale ogni uomo possa vivere davvero nella pienezza della sua umanità. Un'autentica azione per il bene comune richiede inevitabilmente che si sia capaci di offrire una testimonianza d'impegno, eticamente credibile. Il disagio derivante dalla caduta dei valori è profondo: viviamo immersi nel relativismo etico che condiziona i nostri comportamenti. Le coscienze più vigili colgono nella decadenza le tracce di una barbarie dalla quale è sempre più difficile difendersi; il rifiuto del diritto naturale da parte di parlamenti e governi, che snatura l’identità dei popoli e delle nazioni all'insegna di quell’ideale moderno fondato sul principio dell’irresponsabilità soggettiva, è l’origine e la giustificazione del materialismo pratico. L’orizzonte spirituale e culturale è quindi segnato da una grande incertezza. Si ha come l’impressione che qualcosa debba accadere ma non si sa cosa. È evidente che sono venuti meno molti punti di riferimento perché il secolo scorso è riuscito a stravolgerli ed a distruggerli sia pure parzialmente. È necessario che siano i valori a guidare i mutamenti e non più gli apparati ideologici, è ai valori che si deve far riferimento per comprendere la complessità del presente.
La politica non ha alcuna possibilità di produrre cambiamenti nella società se si riduce solamente ad un insieme di persone che propongono esclusivamente soluzioni tecniche a problemi tecnici. I sistemi totalitari classici sono stati travolti dalla storia; emergono ora nuove insidie totalitarie che possono essere battute soltanto dall’affermazione delle identità fondate sui valori e sulle specificità culturali dei popoli. Secolarizzazione, materialismo pratico e relativismo etico sono le nuove forme di totalitarismo: prevedono un uomo unico, “l’uomo consumatore”. L’etica, invece, serve alla politica per fare della persona il cuore della società. L’origine della persona rimanda ad un principio etico-spirituale della vita, dunque non è semplicemente un essere biologico, ma dotato di un'anima e proiettato in una dimensione che supera le ristrettezze ed i confini della materialità. La politica deve credere nella persona. Il naturale completamento di ognuno risiede nella primaria forma di comunità storica: la famiglia, che nasce unicamente dall’incontro tra uomo e donna. Abbiamo poi dei corpi intermedi che con essa si raccordano fino ad arrivare alla nazione, che è la comunità più vasta nella quale si integrano gli interessi spirituali, morali e materiali di un popolo. Alain de Benoist, nel suo Le sfide della postmodernità afferma infatti che «i valori non sono oggetto di una scelta, né revocabili a volontà […] Nella concezione greco-cristiana l’io è anteriore ai fini che si dà e non è possibile concepire l’individuo al di fuori della sua comunità». Sembra una banalità, ma dopo la crisi delle ideologie che negavano radicalmente la nazione come comunità storicamente fondata, sono insorte forme contestative che tendono ugualmente a negare il concetto stesso di identità nazionale: il mondialismo, il pensiero unico, l’omologazione culturale.

Nessun commento: