Questo è un blog politico, ma non un sito di partito.
E' uno spazio di idee. Il mio.

Un modo per raccontarmi e un modo per ascoltare.
Un laboratorio per nuove sintesi, un'occasione di verifica continua..

3 maggio 2010

Ritorno alla politica

È necessario chiedersi preliminarmente: a quale politica stiamo chiedendo ai cittadini di “ri-affezionarsi” ?
Non possiamo far altro che constatare come il distacco dei cittadini dalla politica sia causato in primis dallo smarrimento della politica stessa che non è più in grado di darsi dei punti di riferimento, e di conseguenza non può indicarne alla popolazione.
Questa concatenazione di fattori produce un disorientamento in cui non è più chiaro qual è l’orizzonte sul quale immaginare la costruzione del proprio avvenire. La realtà quotidiana ci dimostra infatti come l’interesse per la politica sia circoscritto e marginale, dal momento che i partiti spesso non agiscono nella società, ma soltanto al loro interno: sono forze autoreferenziali, segnate da lotte di potere che la gente percepisce con disgusto.
Dobbiamo oggi riaffermare la centralità della politica, ma per fare ciò dobbiamo dare di questa una nuova idea: fino a quando la politica sarà percepita dai cittadini come un arengo di disonesti che badano solo al proprio interesse o ai propri giochi di potere, fino a quando la politica rimarrà il luogo dell’incertezza e della confusione, fino a quando la politica sarà identificata con le campagne elettorali, nessuna attività di riaffermazione avrà successo. È necessario evitare che si affermi una politica senz’anima le cui avvisaglie si sono già abbondantemente manifestate, bisogna recuperare un protagonismo ed una responsabilizzazione dei soggetti, delle singole persone, delle famiglie e dei corpi intermedi. La nostra vuol essere un’azione volta a recuperare quell’entusiasmo e quella convinzione che, ormai da qualche tempo, stanno vacillando nel nostro mondo, riportando al centro dell’attività politica la forza delle idee e l’importanza dei principi e dei valori che le fondano. Bisogna che si ripensi una “cultura politica”: un partito non ha alcuna possibilità di produrre cambiamenti nella società se si riduce solamente ad un insieme, più o meno complicato, di persone che producono esclusivamente soluzioni tecniche a problemi tecnici.
Sentiamo l’esigenza di condurre una battaglia per la rimessa al centro dell’uomo, dell’etica, degli elementi strutturali che connotano una società civile e finalmente umanizzata. La politica deve guardare ai giovani, vedere in loro non degli strumenti passivi di partito, ma dei reali artefici della costruzione di quel rinnovamento del quale il Paese ha bisogno. Necessitiamo di una politica che stimoli i ragazzi, che si fidi di loro, che gli indichi la strada, ma che non abbia paura di vederli effettivamente camminare su questa via che è stata loro indicata.
Vogliamo una politica meritocratica, che faccia capire ai giovani che il lavoro paga sempre, che ad emergere sono le persone che si impegnano e che se lo meritano e non chi dalla politica pretende senza mai dare.