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13 luglio 2009

Intervista su magentagiovani.it

INTERVISTA A DIEGO ZARNERI

di Claudio Peri

Con i suoi 27 anni è uno dei volti più giovani della politica di oggi. In questa intervista ci racconta come i ragazzi e la politica non siano due mondi inconciliabili, ma due elementi che assieme possono realizzare qualcosa di buono per tutti. Diego è vicepresidente del Movimento per l´Italia, l´abbiamo conosciuto una sera grazie all´amicizia di Irene Bertoglio. Quest´uomo mi ha davvero stupito, non solo per il numero di iniziative e associazioni importanti che lo vedono coinvolto o che lui stesso ha creato, ma anche per il costante impegno che ha sempre versato nel promuovere una politica che partisse da esigenze concrete, e che arrivasse in qualche modo a essere utile a tutti. E dai tempi in cui mise in piedi un super-servizio di diffusione delle dispense in Università, alla sua candidatura a Sindaco di Brescia a 26 anni, di strada ne ha fatta. Ora è il vice di Daniela Santanchè, all´interno del MPI, e alle nostre domande ci racconta il suo modo di far politica.

MSG: Cosa ti ha spinto e motivato a fare politica?
Diego: Questo mio interesse è nato attorno ai 16-17 anni, durante il liceo. A quei tempi frequentavo un istituto superiore fortemente politicizzato e ritenevo ingiusto che nell´insegnamento della storia ci venissero proposte rivisitazioni e falsificazioni in favore di una parte politica, a volte anche con argomenti assurdi. Questa cosa mi dava decisamente fastidio, ed è quindi dal senso di ingiustizia che è nato questo mio interesse. Il mio amore per la politica vera, tuttavia, è nato in Università, perché da un´idea che coinvolgeva la sfera personale, mi sono reso conto che potevo met
termi in gioco e diventare un punto di riferimento per persone che hanno a cuore i problemi concreti legati al mondo universitario. E quando riesci ad aggregare tante persone accomunate da questi bisogni e coscienti delle diversità della vita, a cui riesci a declinare i tuoi valori, ti accorgi che una volta all´interno dell´amministrazione la tua idea può davvero cambiare la società. O nel caso specifico di allora l´Università.

MSG: E´ incredibile come a 27 anni tu sia riuscito a raggiungere simili traguardi. La gente comune spesso vede il politico giovane come un ingenuo, un idealista, o semplice carne da macello per i vecchi squali. Credi che essere giovane sia davvero penalizzante, o che possa essere una risorsa in più per la res publica?
D: Bisogna scindere il discorso in due. Innanzitutto vediamo come i partiti guardano ai giovani: per loro sono una risorsa finché sono utili ai banchetti, nei volantinaggi o per i cartelloni, in pratica sono uno strumento. Arriva però il momento in cui il ragazzo cresce, e da strumento diventa ‘concorrente´, con una sua identità. Allora il partito ti relega in qualche movimento giovanile dicendoti che non puoi occuparti della vita politica in modo diretto. Non a caso la classe politica italiana è la più vecchia d´Europa, perché sistematicamente non viene dato spazio ai giovani. Per fare un esempio, quando vinsi le elezioni universitarie e la mia notorietà aumentava poco a poco, il più grande ostruzionismo alla mia crescita arrivò dal partito stesso.
L´altro punto di vista è invece quello dell´elettorato, che al contrario ha voglia di puntare sui giovani perché mentre la classe politica attuale è vista come ‘sporca´, poco propositiva e aggrappata alla poltrona, il giovane non può già essere corrotto dal sistema e l´elettore ci scommette volentieri, soprattutto gli anziani. E´ anche antitesi del prototipo di giovane svogliato e disinteressato
di oggi: alla gente fa piacere che i giovani facciano politica. In questo si nasconde il tranello della tendenza di oggi a candidare facce nuove per raccogliere consensi, guidate però dai soliti noti. Eppure un giovane può fare moltissimo per la politica; per il solo fatto che ha una vita davanti, ha anche interesse e attenzione per tutto ciò che riguarda il futuro.

MSG: Così però mi costringi al paragone con le chiacchierate ‘candidature di veline´. Tu che sei arrivato dove sei con impegno e voglia di fare...
D: E tante bastonate sui denti (ride)
MSG: ...Quelle soprattutto. Come vedi questi episodi nelle scorse elezioni di giovani candidate a quanto sembra per raccomandazione, o per il bel faccino?
Credo che qui il ragionamento da fare non sia più sulla politica ma sulla società, perché la politica è riflesso della società stessa. E nella società del Grande Fratello, anche la politica diventa spettacolo. Chiaramente per un giovane che fa politica con grande sacrificio e dedizione, fa un po´ specie vedere tanta gente di spettacolo entrare nelle liste come niente. Purtroppo
però è anche un po´ colpa dei giovani. Un cartello generazionale così radicato, che coinvolge tutti i partiti di destra e di sinistra, può essere incrinato solo da un´alleanza trasversale di giovani che indipendentemente dal partito chiedono di poter entrare nel mondo politico. Il che è molto difficile da realizzare, perché gli interessi di partito sono troppo determinanti. Quando cerchi il dialogo con la parte opposta cercando di risolvere assieme un problema comune, scatta l´ostruzione del partito. Io ho la fortuna di trovarmi all´interno di un movimento che va contro questa tendenza, e che al contrario è stato determinato così dai giovani che lo compongono.

MSG: Domanda da un milione di euro: cosa pensi della gioventù d´oggi?
D: Ho una pessima opinione. In una società che è ipergarantita nei confronti di chi è venuto prima, i giovani sono al contrario i più precari di tutti. E non reagiscono per niente, sembrano talmente non abituati a pensare che non si accorgono nemmeno della loro situazione. Sono pochi quelli che si accorgono che non avranno una pensione e provano a far politica, o fanno impresa. Non c´è classe dirigente né credito, per i giovani. Basti pensare che in Italia le banche e le aziende di credito non fanno finanziamenti all´idea, come accade in altri Paesi. Questo anche perché non c´è voglia di mettersi in gioco, non c´è inventiva. E´ necessario un movimento che richiami i giovani alle loro potenzialità e ai loro doveri. Ma non un movimento di protesta, tipo ‘68. Qualcosa che al contrario sia propositivo.

MSG: Interessante. Possiamo considerare quel periodo una causa dell´apatia giovanile odierna?
D: Certamente il ruolo che il ´68 ha giocato per arrivare alla situazione attuale è determinante, ha avuto conseguenze pesantissime, ma non è l´unica causa. Ad esempio non escludo che ci siano dei precisi disegni, alle spalle. Disegni dall´alto, che prevedano che i giovani non debbano ragionare. La società addomestica i ragazzi ad essere consumatori ed elettori. Individuare tutte le cause è quasi impossibile, quello che c´è da dire è che sarebbe ora di mettersi in moto per cambiare le cose.

MSG: Cosa consiglieresti a un giovane che sente il bisogno di un impegno politico, ma non sa da che parte cominciare?
D: Innanzitutto gli consiglio di cercare qualcuno che faccia la battaglia assieme a lui, perché oltre a darle un gusto del tutto diverso, ti rende anche più forte. E in secondo luogo di mettersi in discussione. Perché se non trova qualcosa che lo rappresenta, e capita spesso, provi a creare qualcosa di suo. Più che un´insegna di partito è importante che la vita politica prenda coscienza che c´è gente come te che è pronta a parteciparvi. Il partito viene di conseguenza.

Vedi qualche apertura, in questo senso? Qualche segnale che la situazione possa cambiare?
D: Senza dubbio la contingenza sociale ed economica è favorevole a un cambiamento. Potrei dire che questo è il momento giusto per muoversi e fare qualcosa. In un periodo di crisi economica, in cui sia le parti politiche che gli interessi economici vengono messi in discussione, è il momento migliore per proporre un cambiamento di schemi. Da parte nostra ci stiamo già muovendo per far ciò che questo si realizzi.


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